Strada del Vino, il fermento della Costa degli Etruschi
La Costa degli Etruschi è una zona che si estende dal limite nord di Livorno e arriva fino al limite più a sud del comune di Piombino al confine con Follonica. E’ un territorio che comprende oltre la provincia di Livorno anche quella di Pisa e accoglie importanti zone vinicole come quella di Bolgheri o della Val di Cornia (di cui l’Azienda Rigoli fa parte).
Vi proponiamo due interessanti interviste che riguardano i vini della costa etrusca. La prima a Franco Malenotti, ideatore e fondatore del museo del Vino a Bolgheri e l’altra a Pier Mario Meletti Cavallari, presidente della strada del vino Costa degli Etruschi.
Ferve l’attesa per il MuSem, il Museo Sensoriale e Multimediale del Vino.
Il Museo è pronto, aspettiamo la primavera 2017 per inaugurarlo, in concomitanza della manifestazione “‘T-Wine”. Ma sarebbe un errore chiamarlo solo Museo.
Per quale motivo?
Il Museo è solo un elemento che fa parte di un progetto più ampio, quello di creare una Wine Town di oltre duemila metri quadrati che vuole essere la risposta italiana a la città del Vino di Bordeaux .
Collaborazione o concorrenza con le altre Città del Vino?
La prima, nel modo più assoluto. Sto lavorando per dare vita a un consorzio che raggruppi le altre realtà importanti del circuito del turismo enogastronomico italiano: dalla Casa del Gallo Nero di Radda in Chianti al WiMu del Barolo e alla futura Città del vino di Venezia. In progetto anche un gemellaggio con La Città del Vino di Bordeaux. Il turismo enogastronomico porta i turisti nelle aziende, fa vivere l’autenticità di un territorio.
Tre motivi per non perdere una visita alla Città del Vino di Bolgheri.
Primo perché sarà la più grande d’Italia con i suoi oltre duemila metri quadrati di superficie, secondo per la sua formula sensoriale che la rende particolarmente innovativa: qui dentro si mangia e si beve, all’etrusca, alla medievale e alla romana, coinvolgendo tutti i sensi. Terzo, per l’apparato multimediale con i protagonisti del territorio che si raccontano in prima persona.
Dopo vent’anni di attività come Strada del Vino, che cosa è cambiato?
L’ indirizzo strategico. Oggi la nostra missione è il turismo enogastronomico e il turismo in generale e il territorio per comprensori vasti. In questo momento non c’è più nessuno da un punto di vista istituzionale che se ne occupa in modo concreto.
Dai cipressi di Bolgheri all’Isola d’Elba, come si riesce a promuovere un territorio cosi ampio?
È facile promuovere un territorio ampio, è difficile promuovere un territorio piccolo, noi promuoviamo la costa, il termine costa è uguale in tutte le lingue del mondo, abbinato a Toscana, il messaggio è chiaro.
Oggi quali sono gli obiettivi?
Promuovere la costa toscana nei suoi diversi aspetti e quello che li accomuna: il territorio, il vino, il buon vivere.
Avere nel ‘portafoglio’ la Doc Bolgheri quanto è stato utile per tutta la zona?
È la Doc di traino, ed è come per la Doc Bolgheri avere un vino che si chiama Sassicaia. E’ un grande motore, è un richiamo e un valore, un tempo lo è stato il Carducci.
Quali progetti per il futuro?
Far percepire ai produttori ed anche ai Comuni, che troppo spesso sono orientati sul proprio piccolo territorio, l’importanza del coordinamento di una offerta turistica. E’ dura.