Musica e Vino un binomio che influenza il nostro gusto
LA MUSICA INFLUENZA IL GUSTO DEL VINO
La ricerca dell’abbinamento perfetto, capace di esaltare il sapore di un piatto annullando l’assuefazione gustativa, è forse il compito più arduo ma stimolante per ogni sommelier. Nella scelta del vino le variabili da considerare sono molteplici e spesso la preparazione della pietanza è diversa da come la si era immaginata, rendendo di fatto meno efficace l’accostamento. L’olio, che innalza la percezione degli aromi e l’untuosità, le spezie, che aumentano le sensazioni tattili e la complessità olfattiva, la cottura, che può influire sulla consistenza; sono aspetti difficilmente valutabili, che hanno come possibile conseguenza quella di sbilanciare l’equilibrio nell’interazione tra le componenti di cibo e vino.
Tuttavia, se si riuscisse ad influenzare il degustatore amplificando la percezione di alcuni caratteri del vino, si potrebbe cercare di ripristinare l’equilibrio tendendo dunque all’abbinamento ideale.
Un valido strumento con il quale tentare di perseguire questa insolita teoria (cfr box) si può trovare … nella musica.
Il binomio vino e musica non è certo una nuova scoperta, visto che da sempre è stato oggetto di tradizioni agresti, letteratura ed opere liriche. In alcune civiltà precristiane, nella società greca e in alcuni riti romani, flauti, cetre e arpe accompagnavano e favorivano il consumo del vino. Nella mitologia greca si narra di Orfeo, abilissimo suonatore di lira, fu ucciso dalle baccanti perché adorava il dio Sole più di Dioniso. Nei componimenti lirici i riferimenti al vino sono innumerevoli, basti pensare al Don Giovanni di Mozart, la Traviata di Verdi, la Cavalleria Rusticana di Mascagni o Il barbiere di Siviglia di Rossini. Ancora oggi il vino è protagonista in molte canzoni di autori come Rolling Stones, Gaber oppure Ligabue.
Il vino e la musica sono di fatto, in forme diverse, due elementi psicotropi, ossia capaci di alterare lo stato psico-fisco di un soggetto.
A dimostrazione di quanto descritto, il Professor Adrian North, dell’Università di Heriot-Watt di Edimburgo, ha condotto un esperimento volto a valutare le modalità e la misura in cui la musica è capace di influenzare le percezioni gustative e cambiare la valutazione delle componenti del vino. Un gruppo composto da 250 studenti è stato suddiviso in cinque stanze separate. In ognuna di esse è stata diffusa una canzone diversa, eccetto la quinta in cui non è stata riprodotta alcuna musica. I brani in questione erano Carmina Burana di Carl Orff, il Valzer dei fiori dallo Schiaccianoci di Tchaikovsky, Just can’t get enough dei Depeche Mode e Slow Breakdown di Michael Brook. A tutti gli studenti è stato chiesto di degustare e descrivere un Cabernet Sauvignon e uno Chardonnay dell’azienda cilena Alpha. Il risultato pubblicato dal British Journal of Psychology è che gli stessi vini sono stati descritti in maniera differente in base alla musica ascoltata.
Lo studio ha dimostrato una relazione tra le aree del cervello stimolate dalla musica e quelle stimolate dalla degustazione. In questo modo quando si beve un bicchiere di vino ascoltando un brano, le aree attive interagiscono influenzando così la percezione delle componenti del vino.
Se si applicasse questo concetto si potrebbe elevare la degustazione alla sua quinta dimensione, coinvolgendo dunque anche l’udito. In questo modo, proprio come uno chef che perfeziona il sapore della pietanza aggiungendo spezie o condimenti a fine cottura, è possibile correggere in maniera mirata e selettiva la percezione dei caratteri del vino.
In presenza di un abbinamento non pienamente appagante in cui le componenti in esame hanno un minimo divario, con il giusto brano in sottofondo si può ripristinare l’equilibrio gustativo avvicinandosi così alla piena esaltazione del sapore.
di Marco Barbetti
Articolo tratto da “Il Sommelier”
Anche la nostra azienda ha sempre creduto in questo splendido binomio, tutta la nostra linea di bianchi e rosato sono infatti dedicati alla musica: Accordo, Stradivino, Alma Rosè